IL PETALO CREMISI E IL BIANCO di MICHEL FABER

 “Sapete, non mi è mai piaciuto questo posto.” ̶  dichiara la piccola Sophie parlando della propria casa in Il petalo cremisi e il bianco di Michel Faber (Eianudi, traduzione di Elena Dal Pra e Monica Pareschi)  ̶  “Odora di… odora di gente che prova in tutti i modi a essere felice, senza  il minimo successo”.

In queste parole è racchiuso tutto il senso del romanzo che, se letto con attenzione e senza superficialità, appare agghiacciante. A rendersi conto che tutti sono infelici nella sua casa sita a Londra alla fine degli anni ’70 dell’Ottocento è Sophie Rackham, giovane figlia di William, proprietario delle omonime profumerie, e di Agnes.

I genitori di Sophie sono due persone costantemente infelici, che cercano di mascherare la realtà: William, desideroso di diventare scrittore, deve cedere al volere del padre e mettersi a capo delle profumerie se non vuole vivere nell’indigenza; Agnes è giovane, non ha mai accettato la morte del padre e soprattutto l’ingresso nella sua vita del patrigno, uomo che odia profondamente perché l’ha costretta ad abiurare alla sua “vera” fede cattolica a favore di quella protestante. Se molte donne, soprattutto dopo la prima gravidanza, devono fare i conti con la depressione post partum, Agnes rifiuta addirittura l’idea della maternità e la bambina, per non disturbarla, resta reclusa nelle sue stanze.

In un momento di eccessivo sconforto, quando non ha ancora accettato di sottostare al volere del padre, William, spinto dai suoi amici, cerca conforto tra le braccia della prostituta più famosa a Londra: Sugar.

Riuscito, finalmente, a realizzare i suoi più riposti desideri sessuali, l’uomo quasi impazzisce al pensiero di dover condividere Sugar con altri. Quella che è una semplice prostituta, diventa agli occhi di William un vero e proprio angelo , un essere superiore, al cospetto del quale può presentarsi solo quando anch’egli si sarà elevato dalla sua misera condizione. Da qui l’ascesa fino ai livelli più alti dell’imprenditoria.

Sugar, che ha avuto un’infanzia misera e che a 19 anni ha vissuto esperienze che l’hanno fatta invecchiare di colpo mentalmente, è conscia che William le potrà cambiare la vita. Abile manipolatrice si insinuerà nella vita di Rackham, si mostrerà addirittura necessaria, indispensabile non solo dal punto di vista sessuale ma negli affari e nella vita privata dell’uomo.

Al di là della trama che, a mio avviso, si sarebbe potuta risolvere in un numero decisamente minore di pagine, la scrittura di Michel Faber è geniale.

Vi introdurrà nella vita dei personaggi tenendovi letteralmente per mano, mostrandovi i fatti come se foste lì accanto a loro, addirittura alle spalle di Sugar, gettandovi addosso i loro dolori e la loro infelicità.

Il finale, invece, vi avverto, sarà una delusione perché dopo aver letto un numero spropositato di pagine, ne desidererete uno chiuso, finito… Una vana speranza che vi porterà a terminare il romanzo senza sapere davvero come si conclude.




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