BIBLIOKILLER! di SIMONE BERNI

Simone Berni è noto tra i bibliofili e i collezionisti come il Cacciatore di libri. A lui ci si rivolge allorquando si ha un desiderio particolare e da soli non si riesce a reperire quel testo, consci che invece Simone lo troverà. In molti abbiamo studiato e fatto nostro il suo A caccia di libri proibiti, sperando di poter carpire così i suoi più reconditi segreti. Inoltre, nel 2018, con le Edizioni SO Berni è diventato editore di testi sulla bibliofilia, in edizioni numerate e quindi per pochi. Conosco Simone Berni da anni ed ero a conoscenza di una sua prova da narratore, ma ammetto che la notizia della pubblicazione del suo Bibliokiller! presso ASPIS mi ha colto di sorpresa. La stessa che ha colpito Alessandro Zontini, che ha firmato una interessantissima prefazione al testo. Il libro di Berni è formato da due racconti: L’ultimo epilogo di Tobia Sanders e Mi chiamo Edmund Bailey. All’interno di questi racconti confluisce tutto quello che Berni ama e soprattutto la passione per i libri, per molti difficile da comprendere, a tal punto da pensare in ogni epoca che “chi si occupava di libri era imparentato con il demonio”. Non mi va di dilungarmi sulla trama, che è ideata magistralmente ed è perfetta, così come lo stile di Simone. Mi va, però, di sottolineare nuovamente quanto di Berni converga in questi testi. Ora io ho un dubbio e mi rivolgo direttamente all’autore. I Fatti di Pleasent Grove in L’ultimo epilogo di Tobia Sanders sembra aver subito due personalizzazioni ad hoc per ogni lettore. Solo a me è venuto in mente la tua personalizzazione di Questo è Berni. Manuale del cacciatore di libri introvabili per la Graus?
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IL ROSMARINO NON CAPISCE L’INVERNO di MATTEO BUSSOLA

Quante volte nel corso della nostra vita mettiamo da parte la nostra felicità perché preferiamo accontentare gli altri piuttosto che noi stessi; quante volte preferiamo restare sul sicuro piuttosto che cambiare, restando spesso prigionieri di una vita che non ci appartiene. Spesso, purtroppo, sono le donne a pagare con la loro infelicità il desiderio di sembrare perfette agli occhi degli altri, soprattutto a quelli delle persone alle quali vogliamo bene. Ma ci siamo mai chiesti a cosa pensa una donna quando è “troppo guardata e però, mai, mai davvero vista?”. Tutte queste domande se le pone e ce le pone Matteo Bussola nel suo romanzo Il rosmarino non capisce l’inverno, edito da Einaudi. All’interno di questo testo, che appare come una raccolta di racconti a sé, si susseguono le vicende di tante donne; storie che se all’inizio appaiono slegate, come si rivelano come i pezzi di un grande puzzle. Un libro, questo di Matteo Bussola, che vi lascerà alcune certezze: che “anche a inciampare si fa un passo avanti” e che “la felicità purtroppo, la riconosci spesso dopo, quando non ce l’hai più”.
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L’ORA DI FELICITÀ di CRISTINA FRASCÀ

Chi come me aveva amato Cristina Frascà e Anna Tosetti, la sua protagonista del romanzo La supplente, aspettava con gioia il seguito, L’ora di felicità, sempre edito da Garzanti. In questo nuovo romanzo Anna entra finalmente di ruolo, potrà lavorare nuovamente con la classe che ha amato durante il precedente anno scolastico. Conscia che “la scuola deve prendere i ragazzi per quello che sono e aiutarli a diventare quello che possono”, darà tutta se stessa. Sebbene nella vita di Anna sembri andare tutto al posto giusto, non si rende conto di trascurare se stessa e le cose importanti, troppo presa ad aiutare gli altri e le loro vite. Anche il secondo romanzo della Frascà è dolce, delicato, ma anche divertente e pieno di spunti di riflessione. Spesso noi docenti dimentichiamo per primi che c’è una vita oltre la scuola e Anna e Cristina ce lo ricordano.
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TERRA BRUCIATA di CÉSAR PÉREZ GELLIDA

La Spagna del primo ventennio del Novecento ha ancora un animo contadino, con la terra nelle mani di pochi potenti e ricchi latifondisti. Tra questi, in Estremadura, spicca una donna, Antonia, nota come la Vedova, proprietaria della tenuta Monterroso. Terra bruciata, nuovo thriller dell’autore spagnolo César Pérez Gellida, tradotto da Thais Siciliano ed edito da Ponte alle Grazie, ci mostra che “se si fa terra bruciata niente germoglia”. Quando, nel 1917, scoppia un incendio che devasta la tenuta Monterroso, si perdono le tracce della proprietaria. Unico testimone di quello che potrebbe essere stato il destino della donna , ma anche l’unico indiziato della sua scomparsa e dell’incendio, è il fattore e suo amante. Sarà chiamato ad indagare su di un caso così particolare il tenente della Guardia Civile Martín Gallardo; un uomo che, come veterano delle guerre a Cuba e nelle Filippine, ha avuto a che fare con tanto dolore ed è tornato indietro cinico e con una forte dipendenza dall’oppio. Gallardo si renderà conto che la situazione è più ingarbugliata di quello che pensava, restando egli stesso ammaliato dalla donna e dalla sua storia. Gallardo si renderà conto che Antonia è la rappresentazione migliore del fatto che spesso “il desiderio disperato di sentirci amati ci porta a perdere la ragione”. Un romanzo complesso questo di Gellida, da leggere con molta attenzione, ma che vi riserverà parecchie sorprese.
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INNAMORARSI DI ANNA KARENINA IL SABATO SERA di GUENDALINA MIDDEI

Guendalina Middei nel suo Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera, edito da Feltrinelli, ci dà la chiave di lettura giusta per accostarci alla lettura di alcuni autori classici – Tolstoj, Dostoevskij, Mann, Leopardi, Orwell, Austen, Kafka, Manzoni, Tomasi di Lampedusa – e mostrandoci così quanto tutto ciò di cui ci parlano nelle loro opere è quanto mai attuale. La Middei è consapevole come tutti quelli che amano i libri, che la letteratura ti permette di guardare alla realtà che ti circonda con occhi nuovi, ti permette di porti delle domande e ti spinge a cercare delle risposte perché la letteratura “ti dà la possibilità di alzare lo sguardo oltre la superficie”. Ognuno degli autori classici di cui ci parla l’autrice di questo testo ci aiutano a rapportarci con un aspetto particolare della realtà: Dostoevskij “scrive delle angosce, dei cedimenti irrazionali, delle momentanee follie dell’uomo”; Kafka ci mostra che spesso quello che accade “sfugge dalla nostra comprensione”. Leggendo questo testo vi ritroverete a compiere un viaggio meraviglioso nel mondo della letteratura e vi assicuro che ne tornerete arricchiti.
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MENO MALE CHE CI SIETE VOI di AMANDA COLOMBO

A trentacinque anni Bianca sente la necessità di tirare le somme nella propria vita e comprendere che “non ci si abitua mai all’assenza di chi ami”; allo stesso tempo e anche se può risultare doloroso, la donna deve comprendere che è necessario andare avanti. Per poterlo fare, però, sente la necessità di abbandonare le Dolomiti, dove ha vissuto gli ultimi anni, e ritornare nel paesino alle porte di Milano dove ha trascorso l’infanzia. Ma Bianca si renderà presto conto che “gli scheletri non restano nell’armadio, nemmeno se lo chiudi a chiave. In un modo o nell’altro ti seguono, ti trovano e ti presentano il conto”. Eppure per questa giovane donna sarà tutto più semplice grazie all’aiuto delle sue migliori amiche, Dele e Mavi, e del signor Marco, proprietario della libreria dove praticamente Bianca è cresciuta. Un romanzo dolce, Meno male che ci siete voi, scritto da Amanda Colombo ed edito da Garzanti. La Colombo ci mostrerà la potenza dell’amicizia ma anche che non è mai troppo tardi per riprendere in mano la nostra vita e cambiare il suo corso, né “per essere sé stessi”. Collante di tutte queste storie che si intrecciano tra loro saranno i libri, delle vere e proprie creature vive che preservano l’anima di chi li ha scritti, ma accolgono anche quella di chi legge.
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MARIANO DI GESÙ AL PRINCESS HOTEL di GIUSEPPE SORGI

Giuseppe Sorgi è autore, regista e attore teatrale, inoltre ha anche scritto per a tv. Mariano di Gesù al Princess Hotel, edito da Salani editore, è il suo primo romanzo. Il sottotitolo ̶ Edimburgo, una veterinaria single, due genitori, tre mariti, un pilota suicida, un colonnello e l’ispettore Munro ̶ singolare così come il titolo stesso, sembra un puzzle o un elenco dettagliato di quello che troveremo lungo il romanzo e vi assicuro che i pezzi pian piano andranno al loro posto. Jole, figlia maggiore di una coppia di anziani molto particolari, si ritrova ad accompagnare i suoi genitori in un viaggio in Scozia per il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio. Pronta ad una vacanza che le appare, già prima di partire, un vero e proprio supplizio, spera invece che vada per il meglio mettendo piede nell’elegante hall del Princess Hotel ad Edimburgo. Inoltre, la conoscenza di Mariano di Gesù che ha accompagnato suo marito Rodolfo ad un convegno, le restituisce la speranza che “contro ogni previsione, la gente, molta gente, è ancora bella. Basta incontrarla”. Ma la pace che Jole spera di assaporare svanisce quasi subito: tre delitti, uno dopo l’altro, vengono commessi a Princess Hotel. Il suo nuovo amico Mariano, stravagante e ficcanaso, una sorta di incrocio tra Poirot, Miss Marple e la signora Fletcher, decide di risolvere il caso con l’aiuto della povera turista italiana. A convincere Mariano, e la stessa Jole, che non può restare a guardare è l’incontro con Monica, una delle vittime, che piange sola al tavolo del ristorante del Princess Hotel dopo un diverbio con suo marito. Piangere in pubblico può essere spesso parte di una recita, del desiderio di incutere pietà in chi ci guarda, ma se si piange da soli, crede Mariano, quel pianto “in quel momento per quella persona è dolore”. Giuseppe Sorgi ha scritto un giallo ben ideato, lasciandoci piccoli segnali lungo il percorso per riuscire a risolvere il caso. Allo stesso tempo è capace di affrontare tematiche importanti come il rapporto non sempre sereno tra genitori e figli; l’omosessualità che ancora viene vista come un tabù dalla nostra società; la presenza o meno di altre creature nell’Universo. Eppure lo fa con molta delicatezza, senza risultare pesante, ma anzi spesso ironico e divertente. Giuseppe, a quando il tuo prossimo romanzo?
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LA DONNA COL VESTITO VERDE di STEPHANIE COWELL

Ogni volta che ci poniamo davanti ad un quadro e lo osserviamo, cerchiamo di percepire le emozioni e le sensazioni che quel dipinto trasmette. Ma quanti tra noi, se non i critici e gli studiosi di arte, cercano di comprendere le emozioni che hanno spinto quell’artista a realizzare quell’opera? Stephanie Cowell nel suo romanzo La donna col vestito verde, edito in Italia da Neri Pozza e tradotto da Chiara Brovelli, ci racconta di Claude Monet e degli impressionisti, una scuola “in continua evoluzione: se qualcuno si aspettava che rimanesse costante, sbagliava”. Claude Monet avrebbe potuto avere una vita serena ed agiata nella sua Le Havre, rilevando l’azienda di famiglia e rendendo così orgoglioso suo padre; ma, il desiderio e soprattutto la necessità quasi fisica di dover dipingere erano più forti di qualsiasi ragione o razionalità. Famoso per le sue ninfee, che dipingeva nel suo giardino a Giverny, avrà, invece, diverse fasi pittoriche nella sua vita, tutte contraddistinte dal desiderio di far comprendere alle persone che “l’arte per essere tale deve essere viva, reale e intima, senza pretese di grandiosità”. La Cowell, attraverso la lettura di alcuni documenti personali del pittore, è riuscito a ricostruire il rapporto con la prima moglie e sua musa Camille e quello con gli altri impressionisti. Ovviamente molte sono le cose romanzate ma, ancora una volta, la Neri Pozza non perde un colpo.
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VIA COL VENTO di MARGARET MITCHELL

Via col vento è il famosissimo romanzo di Margaret Mitchell, grazie al quale vinse il Premio Pulitzer nel 1937, da cui è stato tratto il libro con Vivien Leigh e Clark Gable. La casa editrice Neri Pozza ha recentemente ripubblicato il romanzo nella nuova traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani, che ha restituito al testo tutta l’ironia e il brio perso nella traduzione di epoca fascista. Mi sembra inutile soffermarmi sulla trama che tutti conosciamo, anche se non abbiamo letto il libro o visto il film. La cosa che mi sorprende sempre è l’evoluzione della protagonista, Scarlett O’Hara, ma che io continuerò a chiamare Rossella, da ragazzina ricca e viziata a donna che dopo la guerra prende in mano le redini della sua vita e della sua famiglia. Nei momenti peggiori della sua vita è famoso il mantra “ci penserò domani”, che le permettere di sopravvivere senza soccombere agli eventi. Meravigliosa è la sua storia d’amore tormentatissima con Rhett Butler, perché per tutto il tempo sarà convinta di amare Ashley Wilkes, un uomo che mai potrebbe fare al caso suo. Per quanto ami Rossella, ops Scarlett, è importante ammettere che è una protagonista per nulla positiva: egoista, egocentrica, dura come l’acciaio, pretende tantissimo da se stessa e dagli altri, eppure non si riesce a non amarla. Straordinaria è anche la ricostruzione della guerra di Secessione americana, ma la Mitchell vi farà propendere per il Sud e vi ritroverete a parteggiare per lo schiavismo. Ovviamente si spera che il vostro buon senso abbia la meglio. Se ve lo consiglio? Certo!
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LA MOGLIE DI DANTE di MARINA MARAZZA

Tante, tantissime sono le domande che ognuno si è posto su Gemma Donati, moglie del grande poeta Dante Alighieri. Spesso da queste discussioni su di lei, Gemma viene fuori come una donna egoista, disamorata non solo del marito ma addirittura dei figli. Ma è davvero così? Nel suo romanzo, La moglie di Dante edito da Solferino, Marina Marazza mette un po’ d’ordine, mostrandoci quella che potrebbe essere la verità. Gemma è una donna che si innamora e sposa un uomo straordinario, conscia che sarà sempre il terzo amore per il marito perché prima di lei ci saranno sempre la politica e Beatrice. Eppure Gemma ama a tal punto Dante da essere essa stessa artefice della loro storia d’amore, ma “quando una donna cerca di scegliere il suo destino, provoca davvero dei terribili sconquassi”. Maria Marazza ci mostra una donna forte che fa da madre e da padre ai suoi figli mentre Dante è in giro per l’Italia per seguire la sua passione politica e poi in esilio perché non vuole rinunciare ad essa. Una donna forte Gemma, che accetta cose che probabilmente nessuna tra noi avrebbe mai accettato, dimostrazione vivente che “l’amore ci devasta, ci distrugge”. Una volta che avrete letto questo romanzo cambierete decisamente idea su Gemma Donati e, vi avverto, anche sul nostro caro Dante.
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