Azar Nafisi, docente universitaria di letteratura a Teheran, si trova a dover svolgere il suo lavoro durante la rivoluzione di Khomeini e negli anni successivi, dovendo fare i conti con un generale irrigidimento dei costumi. Come fare allora per poter insegnare ai propri studenti la letteratura occidentale senza i preconcetti dei musulmani integralisti? Soprattutto come permettere alle proprie studentesse di non sentirsi sempre osservate e giudicate?
Azar inizierà a tenere un vero e proprio circolo letterario nel soggiorno di casa sua, che “si trasformò per tutte noi nel regno della libertà più assoluta”.
Le studentesse di Azar Nafisi arrivavano a casa sua coperte dal velo e dai pregiudizi e una volta che varcavano la soglia di quella stanza, “si levavano di dosso molto di più” che il semplice copricapo.
Leggendo e analizzando romanzi occidentali quali Lolita, Il grande Gatsbyo quelli della Austen, Azar e le sue studentesse non cercavano la realtà in questi testi, ma “un’epifania della verità”; consapevoli che, come aveva dichiarato Nabokov, “i lettori nascono liberi e liberi devono rimanere”.
Leggere Lolita a Teheran è un testo che non si può non conoscere, perché grazie ad esso si può comprendere che l’integralismo islamico ha sempre fatto più male agli orientali che a noi occidentali.