Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi

 Azar Nafisi, docente universitaria di letteratura a Teheran, si trova a dover svolgere il suo lavoro durante la rivoluzione di Khomeini e negli anni successivi, dovendo fare i conti con un generale irrigidimento dei costumi. Come fare allora per poter insegnare ai propri studenti la letteratura occidentale senza i preconcetti dei musulmani integralisti? Soprattutto come permettere alle proprie studentesse  di non sentirsi sempre osservate e giudicate?

Azar inizierà a tenere un vero e proprio circolo letterario nel soggiorno di casa sua, che “si trasformò per tutte noi nel regno della libertà più assoluta”.

Le studentesse di Azar Nafisi arrivavano a casa sua coperte dal velo e dai pregiudizi e una volta che varcavano la soglia di quella stanza, “si levavano di dosso molto di più” che il semplice copricapo.

Leggendo e analizzando romanzi occidentali quali Lolita, Il grande Gatsbyo quelli della Austen, Azar e le sue studentesse non cercavano la realtà in questi testi, ma “un’epifania della verità”; consapevoli che, come aveva dichiarato Nabokov, “i lettori nascono liberi e liberi devono rimanere”.

Leggere Lolita a Teheran è un testo che non si può non conoscere, perché grazie ad esso si può comprendere che l’integralismo islamico ha sempre fatto più male agli orientali che a noi occidentali.



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Cave Cavone di Pietro Gargano

 I Cavoni sono parte integrante della storia di Napoli, dove,  ̶   come ci spiega Pietro Gargano in Cave Cavone edito da Langella Edizione  ̶  serve ad identificare i “nostri canyon, stradine che portano l’acqua piovana dalle colline a valle, talora causando inondazioni”.

Se volete conoscerne la storia e la leggenda, non potete perdervi questa nuova pubblicazione delle Langella Edizioni. Come sempre una piccola chicca, pubblicata su carta Amalfi di Amatruda in 180 copie numerate a mano e accompagnate da due bellissimi foto d’epoca.



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Romeo e Rosalina di Natasha Solomons

 Nei ringraziamenti posti alla fine di Romeo e Rosalina  ̶   edito in Italia da Neri Pozza e tradotto da Alessandro Zabini  ̶  Natasha Solomons dichiara che il libro esplora e celebra “il potere delle giovani donne”.

Rosalina è una giovane donna che appartiene alla ricca e potente famiglia dei Capuleti in guerra perenne con i Montecchi, minando così la pace della bella Verona.

La giovane Rosalina dopo aver perso la madre a causa della peste che dilaga in città, è destinata dal padre a trascorrere tutta la sua vita in convento. In una delle sue fughe prima della reclusione, Rosalina conosce Romeo Montecchi, che le farà dimenticare il suo dolore e scoprire un amore forte e assoluto, perché sebbene fosse una Capuleti, Romeo la considerava preziosa. Ma Romeo mostrerà ben presto di essere innamorato dell’amore e del potere che questo sentimento gli dà sulle giovani donne di Verona, arrivando ad insidiare Giulietta, cugina di Rosalina.

Romeo e Rosalina non è il primo romanzo della Solomons e il suo essere un’ottima scrittrice si nota ad ogni pagina. Sebbene non neghi il forte legame tra il suo romanzo e Romeo e Giulietta di Shakespeare, a me sembra che lei abbia rubato a mani basse dalle pagine del capolavoro del Bardo.

Una riscrittura, un nuovo punto di vista della famosissima storia d’amore tra Giulietta e Romeo, di cui non avevamo affatto bisogno.



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Il commissario Spinelli e i sepolcri imbiancati di Alfredo Ricciardi

 Il commissario Nando Spinelli era nato e cresciuto ad Ascoli Piceno, ma per inseguire l’amore si era trasferito a Foggia, una città “che faticava ad accoglierlo”.

Un amore, quello che aveva inseguito, che si era rivelato falso e bugiardo, come la donna che lo aveva generato. Ma per Nando, ammettere con sé stesso, e soprattutto con i propri genitori, di essere stato superficiale era difficile.

In un sabato qualsiasi, quando la malinconia e la solitudine sembrano diventare oppressive, il commissario Spinelli progetta una fuga nella sua Ascoli Piceno, bruscamente interrotta da una telefonata della questura: un uomo è stato trovato morto nel cortile della sua abitazione.

Spinelli dovrà affrontare un’indagine che in prima istanza si rivela semplice, ma che si complica passo dopo passo, perché trovare falle nella vita di “una brava persona” appare complicato. Ma l’unico modo per scoprire la verità è andare oltre “i sepolcri inbiancati”.

Questo è il primo romanzo di una serie che consta già di cinque romanzi, solo il primo ripubblicato da TEA, mentre gli altri si trovano su Amazon.

Alfredo Ricciardi appare subito come uno scrittore talentuoso, con uno stile ironico e mai superficiale che vi terrà incollati alle pagine.



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Weyward di Emilia Hart


 Weyward è il romanzo d’esordio di Emilia Hart, che fin’ora si era dedicata ai racconti. Un esordio straordinario questo della scrittrice anglo-australiana che in questo romanzo  ̶  edito in Italia da Fazi editore e tradotto da Enrica Budetta  ̶  affronta una varietà di tematiche intrecciate le une alle altre, ma che hanno come base comune il duro percorso di indipendenza fisica, materiale e psicologica che le donne sono ancora costrette ad intraprendere.

Per secoli, qualora una donna abbia deciso di preservare la propria indipendenza, non solo fisica ed economica, ma anche e soprattutto mentale e materiale, è stata accusata di essere una strega, un essere mostruoso.

Le donne Weyward affermano di essere state chiamate così “quando non ci sottomettevamo, quando non ci piegavamo al loro volere” perché avevano solo “bisogno di tornare alla natura”.

La Hart ci racconta le storie di Atha, vissuta tra fine ‘500 ed inizio ‘600; Violet, vissuta a metà ‘900 e Kate, nostra contemporanea. Donne che sin dall’infanzia avvertono di essere diverse, di avvertire il richiamo della natura ed un forte legame con essa. 

Un legame che fa avvertire loro “una sensazione sconosciuta di libertà”, che cercano in ogni modo di nascondere ma che esce fuori in maniera prepotente.

Un romanzo, questo della Hart, che scorrerà davanti ai vostri occhi velocemente, fluidamente, senza intoppi, sebbene dovrete passare dalla vita di Kate a quella di Althea a quella di Violet, così fino alla fine, in un circolo colorato e ricco delle sensazioni e dei profumi della natura, fino ad arrivare  alla consapevolezza che probabilmente essere diversa può essere “una cosa di cui andare fiera”.


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LA BALLERINA DELLO ZAR di ADRIENNE SHARP

 Nella Russia dei Romanov la danza, tra tutte le arti, ha un posto privilegiato, dando la possibilità a chi si distingue di ascendere nel consenso della famiglia reale e di conseguenza nel successo e nella ricchezza.

Lo sa bene Mathilde Kschessinska, figlia più giovane del grande ballerino Felix Kschessinsky, che ha danzato per i Romanov per ben quarant’anni.

Il 23 marzo 1890 rappresenterà uno spartiacque nella vita della giovane Mathilde. La famiglia reale è accorsa al teatro Mariinskij per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo e come da tradizione segue una cena della scuola, allestita in onore dei Romanov. Lo zar Alessandro III fa in modo che suo figlio e suo erede al trono, Nicola, sieda accanto alla ballerina più promettente, appunto Mathilde. Alessandro III vuole portare avanti la tradizione di famiglia secondo la quale gli uomini Romanov e, in generale, gli appartenenti all’aristocrazia scelgono le proprie amanti tra le ballerine di danza classica. Sebbene giovane Mathilde si rende conto subito di cosa voglia dire diventare l’amante dell’erede al trono e farà di tutto per attirare a sé Nicola.

La giovane ballerina deve però fare i conti con un ostacolo arduo da superare: la timidezza dello zarevič. Eppure riuscirà in parte a scalfirla, giocando d’anticipo, facendo in modo da non essere mai dimenticata da Nicola, neanche quando diverrà zar.

Mathilde sarà, per tutta la vita, una donna astiosa e crudele che farà pesare a tutti, anche alla sua stessa famiglia, il suo legame con i Romanov. Ma nel momento di estremo dolore, durante la rivoluzione d’Ottobre e l’abdicazione dello zar, riceverà una grande lezione di vita dalla zarina, la donna che  ha odiato per buona parte della sua esistenza.

Un romanzo storico che riesce a farci comprendere quanto è diversa la vita dei russi prima e dopo la rivoluzione d’Ottobre, accompagnandoci nella vita di coloro che hanno vissuto in prima persona questi cambiamenti.



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ECCO CHI HA UCCISO JOHN KENNEDY di DIEGO VERDEGIGLIO

 Il 22 novembre del 1963 l’assassinio a Dallas del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy sconvolge il mondo. Da quel momento Kennedy entrerà nella leggenda e tante, troppe saranno le illazioni sulla sua morte.

Dopo l’attentato sarà arrestato un uomo, Lee Oswald, accusato dell’omicidio del presidente e di un poliziotto, che ne avrebbe potuto ostacolare la fuga.

Molti, però, non si accontenteranno di sapere che un uomo come Kennedy è stato ucciso da un folle: troppo semplice, troppo scontato. Intellettuali di tutto il mondo, ma anche politici, registi cinematografici, scienziati inizieranno ad analizzare le motivazioni che avrebbero portato la CIA, la mafia e i comunisti dell’URSS ad ideare un piano per eliminare John Kennedy.

Tantissimi sono i testi che analizzano nei minimi particolari questa congiura.

Diego Verdegiglio, invece, sostiene che l’idea del complotto sia irreale e non corrispondente alla verità storica, sebbene all’inizio fosse anch’egli convinto del complotto.

Dopo studi e indagini accurate ha pubblicato il testo Ecco chi ha ucciso John Kennedy, edito da Mancosu Editore, all’interno del quale smonta puntualmente l’idea del complotto. Un libro interessante, eppure, l’ho trovato troppo prolisso, troppo puntiglioso… avrei eliminato un centinaio di pagine, eppure, a mio avviso, bisogna leggerlo se si è interessati alla questione Kennedy.




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IL MONDO DI BELLE di KATHLEEN GRISSOM

 In questo romanzo di Kathleen Grissom, pubblicato in Italia da Neri Pozza e tradotto da Chiara Brovelli, si avverte tutta la crudeltà, sebbene spesso celata con maestria, della schiavitù nelle piantagioni americane tra ‘700 e ‘800.

In una mattina dell’aprile del 1791 la piccola irlandese Lavinia McCarten viene condotta in Virginia, nella sua piantagione, dal capitano James Pyke. Il capitano aveva accettato di condurre oltre oceano la famiglia della bambina, che avrebbe saldato il debito con il proprio lavoro quando fosse sbarcata sulle coste americane. Ma quando i genitori di Lavinia muoiono prima di arrivare a destinazione, per rientrare delle spese, il capitano decide di vendere il fratellino di Lavinia e di portare con sé la bambina per farla lavorare nella cucina della piantagione.

Il cuore della piantagione corrisponde proprio con le sue cucine, nelle quali si vive in un mondo ideale, che non corrisponde a quello all’esterno di quelle mura, dove non ci sono differenze di razza o ceto, ma solo affetto e amore. Una famiglia di schiavi neri coopera e aiuta il capitano a portare avanti la piantagione, soprattutto durante le sue lunghe assenze; a loro sarà affidata la bambina bianca.

Ma anche nelle cucine non tutto è perfetto come invece appare! Belle, una schiava di diciotto anni, alla quale viene affidata l’ “istruzione” della piccola Lavinia, è in realtà la figlia del capitano, cresciuta in casa con lui fino a quando non è tornata a casa con Martha, la sua giovane sposa.

Non mi va di scendere troppo nei dettagli della trama perché il romanzo è ricco, con una trama nella quale non mancano le sorprese e i colpi di scena.

Mi va di sottolineare, però, che il romanzo è stato scritto dalla Grissom in maniera magistrale, tenendo il lettore incollato alle pagine. Nonostante sia un romanzo lungo e corposo non avrete cedimenti o pause derivate dalla noia durante la lettura. Ma non mancheranno momenti di riflessione su una pagina oscura, non solo della storia americana, ma di tutto l’Occidente.



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DAI TUOI OCCHI SOLAMENTE di FRANCESCA DIOTALLEVI

 La giovane e talentuosa Francesca Diotallevi, con uno stile lieve ma non leggero, ricco di pathos e malinconia, ci racconta la vita di Vivian Maier.

La Maier è stata una grande artista che non ha mai pensato a sé stessa come tale, ma aggrappandosi alla macchina fotografica come ad una boa in una vita dolorosa, creando arte solo “per non soccombere ai propri demoni”.

Vivian ha dovuto imparare troppo presto a restare invisibile, a cercare di rendere la propria presenza il meno ingombrante possibile, nascondendosi dall’ira di sua madre, Marie, che a sua volta ha avuto una esistenza dolorosa. Un circolo di sofferenza e di scelte sbagliate trasmesse di madre in figlia, come una tara genetica. Un desiderio perenne di scappare da sé stessi e dai propri demoni, in un viaggio di andate e ritorni tra New York e la Francia.

Nel 1954 il desiderio di osservare le famiglie dall’interno la spingerà ad accettare un lavoro come tata presso una famiglia di New York. Potrà dedicarsi così alla sua passione per la fotografia, senza immaginare che dopo la sua morte sarebbe diventata un esempio per tutti gli aspiranti fotografi.



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FRAMMENTI D’AUTORE

 Durante la pandemia di Covid-19 iniziata nel marzo 2020, Enrico De Luca progettò di offrire gratuitamente in formato ebook  otto racconti classici tradotti e curati da lui. Questa proposta è stata accolta dalla Caravaggio Editore. Dato il successo dell’iniziativa, il curatore e l’editore hanno deciso di pubblicare il volume che consta di dieci racconti di autori italiani e stranieri, uomini e donne.

Con la loro consueta attenzione e cura per ogni particolare, dall’aspetto stilistico, contenutistico a quello grafico, De Luca e Caravaggio Editore ci hanno regalato delle chicche che difficilmente potremo leggere altrove.



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