UNA VITA COME TANTE di HANYA YANAGIHARA

 Leggere Una vita come tante, secondo romanzo della scrittrice statunitense Hanya Yanagihara  ̶  tradotto in italiano da Luca Briasco ed edito da Sellerio  ̶  risulta un’impresa titanica, non tanto per la mole del libro ma per il bagaglio di emozioni proprie che il lettore dovrà affrontare.

Sebbene il volume superi le mille pagine, lo stile della Yanagihara, trasposto mirabilmente in italiano da Briasco, renderà la lettura godibile e scorrevole. Vi capiterà spesso durante questo “viaggio” di pensare di essere già passati da quella pagina o che state girando in tondo ritornando al punto di partenza, ma tutto ciò sarà necessario per proseguire e comprendere meglio fatti, emozioni e sensazioni.

Vi avviso: sarà una delle letture più dolorose della vostra vita, addirittura strazianti e vi ritroverete a pensare ai personaggi durante le vostre giornate e a sentirvi orfani quando avrete terminato la lettura. Vi capiterà di tornare a casa e di pensare di trovarvi Jude e William, Malcom e JB, oppure Harold e Julia.

Raccontarvi la trama senza spolierare nulla è per me impossibile ma proverò a farvi comprendere a grandi linee di cosa leggerete.

Una vita come tante è prima e soprattutto il racconto di una grande amicizia che legherà per tutta la vita, comunque e a prescindere da tutto, Jude, William, Malcom e JB. Quattro amici che ci insegneranno che l’unico segreto dell’amicizia “è trovare persone migliori di te”, ascoltare quello che hanno da dirti su te stesso, anche se non ti piace, ma soprattutto “fidarti di loro, che è la parte più difficile di tutte. Ma anche la più importante”.

Un romanzo, questo della Yanagihara, che appare come una grande epopea ottocentesca, ma è allo stesso tempo estremamente moderno nelle ambientazioni e per la brutalità dei temi che affronta: la solitudine, la depressione, le dipendenze, la violenza sessuale, l’autolesionismo.

Un testo, come vi ho detto, ricco di dolore ma anche di speranza, per la capacità dell’essere umano di cercare di resistere e di amare, a prescindere da quanto dolorosa possa essere stata la propria vita.




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