Chiacchierando con il Cacciatore di libri

Sono felice di poter inaugurare la sezione delle "Interviste" del blog con una chiacchierata con Simone Berni. La sua conoscenza mi ha aperto le porte del mondo dei bibliofili e dei bibliofolli, facendomi prendere coscienza che ne facevo parte anche io. E se tutti conosciamo il Simone Berni pubblico, spero con alcuni di queste domande di farvi conoscere anche il Berni un po' più privato.



Ogni amante dei libri e della letteratura ha una persona o un evento che lo hanno portato verso i libri, iniziando da lì un interesse che dura tutta la vita. Chi o cosa ti ha spinto verso i libri?

Il mio amico Paul D. Brock, un entomologo inglese che è stato il mio mentore sul finire degli anni ‘80 per quanto riguarda una delle mie prime passioni, quella dei fasmidi (insetti-stecco e foglia), mi consigliava – come è logico – molte buone letture sull’argomento.  Alcuni di quei libri risultavano veramente difficili da trovare, per due motivi principali. Eravamo in un’era pre-internet ed erano libri “di nicchia”, che pertanto venivano stampati da piccoli editori, talora auto-prodotti.
Qualcuno ne comprava un piccolo quantitativo da distribuire agli interessati ma chi, da solo, avesse voluto andare in caccia di uno di questi volumi aveva l’unica possibilità di spedire una letterina in Malesia, in Cina o in Giappone e aspettare una risposta che non sarebbe mai arrivata…
Io mi procurai un libro stampato in Giappone per il semplice motivo che il piccolo editore – vistosi arrivare la richiesta dall’Italia e da un ventenne - credo si mosse a compassione e difatti mi spedì una copia e non volle essere pagato. Per la cronaca, sono molto legato a questo libro. Vedere oggi, sui vari motori di ricerca, che Amazon me lo può spedire in tre giorni dal Giappone mi dà quasi fastidio. Mi ci vollero dei mesi. Per me fu una conquista. Non avete idea di come batteva il mio cuore quando il postino mi consegnò il pacchetto. Veniva dal Giappone, c’erano un sacco di strani francobolli sulla busta. Il libro in questione era (ed è) "Nanafushi no subete" , di Okada Masaya.

Ecco che cosa muove il cacciatore di libri, ecco quali sono le sensazioni di cui egli va a caccia. Io credo fermamente, infatti, che a volte si vada a caccia di stati d’animo, di moti del cuore, più che di libri in sé. Non so se questo risponda alla tua domanda.

Hai risposto perfettamente alla mia domanda. In un'intervista hai dichiarato che il tuo amore per i libri "nasce in età adolescenziale come tendenza inappagata". Puoi spiegarmi meglio cosa intendevi?

“Tendenza inappagata” perché io chiaramente ero già cacciatore di libri e non lo sapevo.
Non potevo rendermene conto perché questa figura non era stata ancora codificata dai media, non aveva invaso le librerie, non veniva in alcun modo riconosciuta nel parlare comune o nella cultura di massa.
A tredici anni collezionavo fumetti, e la mia tendenza, fin dall’inizio, è sempre stata quella di “cacciare” i fascicoli rari, i primi numeri, quelli che “non si trovavano facilmente”. Purtroppo alla fine degli anni ’70 non c’erano gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione e il mio talento per molti anni è stato inappagato. Non sono riuscito a portarlo a compimento.

Qual è il tuo libro preferito come lettore?
Da alcuni anni ho preso la decisione di fornire sempre una risposta diversa a questa domanda, che  è ricorrente come gli incubi che seguono le cene a base di pesce.
Diciamo che il mio libro preferito è Polemica di Adriano Guerrini (Genova, Edizioni del “Diogene”, 1965). Si tratta di un libro di poesie di uno degli autori più brillanti (e caustici) del nostro ‘900. In una poesia Guerrini smonta la dialettica di Elio Vittorini, partendo dalle fondamenta. Ironia, senso del ridicolo, capacità di dosare lo strale e la “cattiveria”, tutto questo nella misura e nella forma perfette. Non c’è niente che sia fuori posto. Il testo – anche la sua poesia – ha una pulizia assoluta. Un potere di penetrazione che la rende unica. E forse irripetibile. Se vi capiterà di trovare quest’edizione, non fatevela scappare.


Hai dichiarato che nel 2001 ti sei guardato e hai capito che il cacciatore di libri non era quello che volevi diventare ma quello che volevi essere. Ma cosa facevi prima di diventare Il Cacciatore?
Io vengo dal meraviglioso mondo dei fumetti, che da ragazzino divoravo. Il mondo della Marvel, ma anche il mondo Bonelli, con Zagor e Martin Mystère miei punti di riferimento; in anni più recenti, Diabolik. Tu non puoi immaginare l’emozione di aver conosciuto Alfredo Castelli, di incontrarlo alle fiere, lui che mi si avvicina e mi saluta, io che lo chiamo “Alfredo”. Il mio mito, il sogno dei sogni. Diciassettenne, io colsi in edicola “Gli uomini in nero” e la storia, la mia storia, cambiò per sempre.
Poi c’è stata la lunga parentesi della mineralogia. Io sono stato per anni cacciatore di minerali. Ho scoperto, con il geologo Renzo Regoli, un giacimento di cinabro cristallizzato lungo un torrente situato tra le province di Siena e Grosseto. La scoperta è stata pubblicata negli Atti del Museo della Maremma. Che soddisfazione!
Poi il mio interesse si è spostato verso l’entomologia, con grande sconcerto dei mineralogisti.
In quegli anni ho scoperto nuovi areali dell’insetto stecco Bacillus grandii nella Sicilia sud-orientale. Pubblicazione su Phasmid Studies. E ho dato un impulso alle ricerche del Dryococelus australis, un insetto stecco australiano che si riteneva estinto, che poi altri entomologi – entomologi veri - hanno effettivamente ri-localizzato in un’isola.
Di tutte queste esperienze ho portato con me un unico comune denominatore, i libri. Quei libri – spesso introvabili – che mi facevano sudare le proverbiali sette camicie per essere individuati.
Alcune manie mi sono rimaste. Uso le scatole entomologiche per conservare i libricini e gli opuscoli. Però non infilzo questi ultimi con gli spilli!
Nel 2001, dopo l’attentato alle Twin Towers, il mondo è effettivamente cambiato. Anch’io ho smesso di usare il fax e mi sono buttato nella rete, che nel frattempo stava proponendo un sistema di comunicazione che non aveva precedenti. Il resto è venuto da sé.

Come saprete i libri di Simone Berni vengono pubblicati dalla piccola e fiorente casa editrice Biblohaus, che si occupa appunto di pubblicare libri che parlano di libri.
Come e quando è nato il sodalizio con Biblohaus e Simone Pasquali?
Nel 2004 io cercavo uno stampatore per un’autopubblicazione di alcuni articoli che avevo scritto per il mio blog di allora, nella piattaforma Blogger. Questi articoli, slegati e senza un filo comune, accesero la curiosità di Simone Pasquali – mi ero rivolto casualmente alla sua ditta – e siccome lui stava meditando di editare in proprio alcuni libri che reputava tra i più interessanti – come Edizioni Simple, mi dette i primi consigli. Da lì c’è stata una vera e propria escalation, fino all’ingresso come primo autore a Biblohaus nel 2008, che proprio quell’anno partì con le sue pubblicazioni. Il tutto è stato celebrato da un avvincente catalogo storico 2008-2018 stampato con una copertina in ottone metallico e venduto all’interno di una scatola che, aperta, riproduce una mini-libreria. Un tesoro che tra qualche anno varrà una fortuna.

Biblohaus continua ad essere il mio editore di riferimento, nonostante io pubblichi adesso alcuni miei lavori anche come Edizioni SimOn.


Leggere i libri di Berni è fondamentale per chi, nel suo piccolo, vuole provare ad essere un cacciatore di libri.
Quando si pensa ad un cacciatore di libri si è convinti che tenga tutti i segreti per sé e che non ti darebbe mai dei consigli. Invece tu lo fai attraverso i tuoi libri e dal 2018 attraverso il tuo blog Cacciatore di libri. Cosa ti ha spinto a mettere il tuo sapere a disposizione di tutti?
Per il semplice motivo che secondo me non ha senso rifiutarsi di condividere un’esperienza. Il blog è una palestra. Ricevo decine di segnalazioni; alcuni collaboratori, come Enrico Pofi, Renzo Gorghetto o Chiara Montefusco sono le vere colonne portanti della rubrica dedicata ai mercatini. Il blog rimane così sempre aggiornato e due dei mercatini di riferimento in Italia (a Roma e Milano) sono continuamente monitorati. I miei libri completano, per così dire, il lavoro. C’è stata una pausa considerevole (2010-2018), ma alla fine ho ripreso il ritmo dei primi anni.
Mi piace incontrare lettori, tanto del blog che dei miei libri, ed amici “social” alle fiere e alle mostre sparse per l’Italia, che alla fine costituiscono dei veri e propri appuntamenti fissi. Parlo soprattutto del Salone della Cultura di Milano a gennaio, della Fiera Il Filo di Arianna di Fontanellato (Parma) a marzo e del Salone del libro di Torino a maggio, e di altre fiere come Cesena o Bologna.

Da poco sei diventato editore con la tua Edizioni SimOn. Come ti trovi in questa nuova veste e quali sono i progetti di questa nuova casa editrice?
Più che casa editrice vera e propria – i libri vengono stampati in tiratura limitata di 30 o 40 copie, non sono in commercio – si tratta di una emanazione del sito www.cacciatoredilibri.com e le copie prodotte sono perlopiù appannaggio dei frequentatori del sito stesso che le ordinano direttamente. Ciò non toglie che la mia minuscola sigla editoriale abbia al suo interno collane vere e proprie e una produzione mirata al “mondo dei libri” da cui proviene.
A cavallo fra 2018 e 2019 è uscita la mia trilogia del cacciatore di libri; ed anche la collana “post” con libretti, praticamente degli opuscoli, di cinquanta pagine, di tipo tutorial per l’aspirante cacciatore di libri. Questa collana è rivolta ai teenagers e a chi è comunque agli inizi della caccia bibliofila.
Uscito da pochissimo il primo numero della collana “editori”, dedicato alle misteriose Edizioni del sole nero, attive a Roma nel periodo 1977-1982.
Se poi la cosa sarà destinata a sviluppi, anche inattesi, è quello che vedremo.








2 commenti:

  1. Sarei interessato quanto può valere il libro di Adriano Guerrini dal titolo polemica edizione diogene 1965 numero 41.Grazie.Buonaserata

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  2. Salve, può chiedere direttamente a Simone Berni. Può contattarlo su fb

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