Pasquale Langella: un libraio in trincea

Per festeggiare il Maggio dei Libri mi è sembrato giusto intervistare un libraio indipendente, che io definisco in trincea. Diventare libraio, senza una grande catena di librerie alle spalle, in un'epoca in cui quelli che leggono sono sempre troppo pochi e in una città che sta lasciando morire Port'Alba, la strada dei librai e dei libri famosa in tutto il mondo, dimostra quanto è coraggioso Pasquale e anche che ha "la capa tosta", come si dice qui.

Cosa ti ha spinto ad aprire una libreria?
Per aprire una libreria oggi devi essere soprattutto “coraggioso”ed è il coraggio che mi ha spinto ad aprire una libreria.

Quando hai iniziato a fare questo lavoro?
Ho iniziato questo lavoro quando avevo 17 anni, andavo ancora a scuola, ho iniziato dalla “gavetta”, quella che oggi secondo me dovrebbe essere d’obbligo in una società di “apparenza”, nella quale i ragazzi cercano il proprio futuro in tv o sui social. Lavoravo in una libreria  improntata al libro universitario e al modernariato. Il mio primo compito è stato quello di occuparmi di portare alla posta i libri che dovevano essere spediti,  poi man mano a piccoli passi e con tanta voglia di crescere ho imparato questo mestiere, soprattutto osservando e rubando un po’ il mestiere a chi lo faceva da molto tempo. Ci sono voluti anni perché mi potessi occupare del primo catalogo di modernariato organizzato da me. Per 24 anni ho lavorato “sotto il masto”, come si dice qui, alle dipendenze di un libraio esperto, e poi, all'inizio con dispiacere a causa di alcune vicissitudini, ho dovuto lasciare il mio porto sicuro e il 24 Settembre 2014 ho creato  il mio piccolo spazio INDIPENDENTE nella strada più bella e unica per il suo genere: Port’Alba, a Napoli.

La lettura è davvero in crisi in Italia? Davvero si comprano e si leggono pochi libri?
Sinceramente non credo che la lettura attraversa questa crisi nera di cui tutti parlano; ritengo, invece,   che sia più mirata e ci sia un ritorno al piacere soggettivo. Ad essere onesti è pur vero che si stampa troppo, si scrive troppo, anche se non necessariamente dall'altra parte ci sia qualcuno che vi legga.
Credo, anzi ne sono certo, che sia cambiata anche la fruizione della lettura. Leggere non significa necessariamente comprare un libro, anzi a volte è vero il contrario. Troppo spesso i clienti che vengono in libreria, quando trovano un libro, non necessariamente comprano. Spesso mi sento dire:
 “Vabbè magari ci penso”. Triste è invece quando parlano tra loro e sento: “Te lo presto io e te lo fotocopi”, oppure: “Vabbè lo compriamo online”. Queste frasi sono delle vere coltellate! Bisognerebbe capire che una libreria o qualsiasi altro negozio indipendente non può restare aperto solo grazie alla passione di chi lo gestisce. Ci sono delle scadenze da rispettare e delle spese da affrontare.

Contro cosa combatte un "piccolo" libraio? Amazon è l'unico problema da affrontare o ce ne sono ben altri?
La domanda dovrebbe essere “contro cosa non combatte”. L’avvento di Amazon è stato, è e sarà man mano che si va avanti, una delle cause per la chiusura di tante piccole realtà. Purtroppo il libraio non può combattere contro questi colossi, non può fare la spedizione gratis, non può applicare una percentuale di sconto alta. A noi piccoli librai non viene concesso. Se sei un colosso invece puoi. Credo che ci vogliano anche grandi editori illuminati ed indipendenti, che mettano il cuore in quello che fanno, rendendosi conto che siamo dalla stessa parte.
Vogliamo parlare della distribuzione? Minimo d’ordine; spese di spedizione; non disponibilità dei volumi; percentuale bassa di sconto su molte case editrici; imballaggi a volte non adeguati perchè fatti da MACCHINE che non avranno mai l’accuratezza umana;  tempi di consegna non PRIME; rese accreditate dopo mesi e mesi di solleciti nonostante tu alla consegna paghi SUBITO. Tutto questo è la risposta a quelli che ti chiedono: “Perchè se lo ordino online risparmio?”.

Da lettrice forte, da persona che acquista molti libri, e Pasquale lo sa, credo che bisognerebbe investire di più sulla lettura, in maniera puramente economica ed anche aiutare economicamente chi, da editore, libriaio, distributore o solo come lettore investe i propri soldi e il proprio tempo nei libri. Sono convinta che non c'è niente di più vero della massima che dice che l'unica cosa che non potranno toglierti mai è la cultura.







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