Come avrete notato anche dalle mie precedenti interviste, ho deciso di raccontare il mondo dell'editoria e dei libri occupandomi di ogni suo aspetto. Come lettrice, ma anche come editor che ha lavorato in una piccola casa editrice, non posso non apprezzare e riconoscere il duro lavoro che c'è dietro ad una piccola casa editrice e quanto determinante sia il ruolo del proprio editore. La nostra chiacchierata oggi la faremo con Simone Pasquali che, quasi avesse una sfera di cristallo, ha capito prima di molti altri quanto potesse diventare importante la stampa digitale. Se volete sapere qualcosa in più di lui e soprattutto editore di quale casa editrice è, lascio a lui la parola.
Ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?
Sono il titolare di tre marchi editoriali: Stampalibri.it, Edizioni Simple e Biblohaus. Stampalibri.it si occupa esclusivamente di stampa, con Edizioni Simple apponiamo il codice isbn e commercializziamo, su richiesta del cliente, alcuni titoli di Stampalibri.it invece con Biblohaus siamo editori veri e propri per cui scegliamo, valutiamo e pubblichiamo a nostre spese solo saggi di bibliofilia e bibliografia.
Cosa ti ha spinto a stampare libri su richiesta e a creare i tuoi marchi Stampalibri.it e Edizioni Simple?
Mi sono sempre occupato di stampa digitale e avevo già una mia ditta. Nel 2003, con il mio socio, abbiamo deciso di occuparci anche di stampa digitale di libri, diversificando così l'azienda stessa. Era il momento in cui le tecnologie permettevano di stampare e pubblicare libri in quantità minime a costi accessibili. Ho deciso di occuparmi personalmente di questo aspetto della pubblicazione digitale, lasciando il resto delle lavorazioni nelle mani del mio socio. Conoscevamo bene le esigenze di molti scrittori che lasciavano i manoscritti nel cassetto perché fino a quel momento stampare libri in quantità minime aveva costi proibitivi. Stampalibri.it è stata tra le prime cinque aziende in Italia a stampare libri in digitale, abbiamo avuto un grande successo fin da subito, la mossa vincente è stata quella di puntare subito su internet e partecipare alle fiere del settore per promuovere questa novità.
Quindi dalla stampa digitale a diventare un vero e proprio editore il passo è stato breve?
Va da sé che pubblicare è stata la naturale conseguenza dello stampare libri. Passare da Stampalibri.it a Edizioni Simple è stato un attimo. Alcuni clienti mi hanno chiesto anche di commercializzare i loro libri che mi avevano già chiesto di stampare e colto l'occasione per creare il marchio editoriale Edizioni Simple.
E Biblohaus?
Nel 2008 ho organizzato una cena con gli altri redattori del futuro comitato editoriale di questa nuova casa editrice: Massimo Gatta, Simone Berni, Duccio Benocci e Oliviero Diliberto. Quella sera abbiamo deciso di fondare un marchio editoriale di nicchia.
Niente di più vero, allora, quando sul sito della casa editrice leggiamo che Biblohaus nasce dall'incontro di persone che hanno messo in comune idee sul libro, la lettura, la bibliografia. Certo! Con gli altri ci siamo conosciuti e incontrati, c’è stato fin da subito una bella sintonia, abbiamo verificato che ognuno di noi aveva delle competenza che poteva mettere a disposizione per questo progetto e da qui è nata questa sinergia che funziona ormai da più di 10 anni…
Come hai detto tu, Biblohaus è una casa editrice di nicchia, che si occupa sostanzialmente di libri per gli amanti dei libri. In un periodo di crisi per l'editoria come se la cava una casa editrice specializzata in un settore così particolare?
Risentiamo anche noi della crisi e purtroppo il nostro mercato è legato anche ad un fattore generazionale. Cerchiamo, però, di muoverci anche in campi paralleli e convergenti, provando a creare prodotti un po’ differenti da quelli soliti. Proviamo a diversificarci e tastiamo il terreno con quelli che per ora sono dei tentativi, ma è sicuramente il momento buono per provare a fare anche cose diverse in ambito editoriale.
Se il comitato editoriale vanta nomi eccellenti, lo stesso vale per il catalogo di Biblohaus. Tra i vostri autori ci sono Simone Berni, Massimo Gatta, Antonio Castronuovo, Luigi Mascheroni, Giuseppe Fumagalli. Come è nato il sodalizio con questi importanti intellettuali italiani? Massimo Gatta è il redattore storico ed è colui che conosce vita, morte e miracoli di qualsiasi libro e di ogni autore; Simone Berni è stato il primissimo cliente di bibliofilia ed è stato subito arruolato come redattore viste le sue conoscenze e competenze…. Gli altri si sono accostati a Biblohaus perché ci hanno proposto i loro scritti e li abbiamo pubblicati dopo aver verificato la qualità dell’opera.
Va da sé che la curiosità su cosa abbia spinto Simone Pasquali a scegliere la sua strada è aumentata durante la chiacchierata. E forse è arrivato il momento di fargli delle domande più personali.
Cosa ti ha portato, nella vita, a fare un lavoro che ti fa stare a contatto con i libri?
Credo che sia stato l’incrocio di due fattori: essere stato sempre un lettore forte ed essere il titolare di un centro di stampa digitale. Unendo questi due fattori ho deciso, venti anni fa ormai, a creare uno dei primissimi centri stampa digitale in Italia completamente rivolto alla stampa dei libri. Il nostro sito stampalibri.it è stata un pioniere del print on demand poi specializzatosi in book on demand.
Ti sei definito un lettore forte. Cosa ti piace leggere al di là del lavoro?
Sì, sono un lettore forte: leggo, quando capita, anche i bugiardini delle medicine e non riesco ad addormentarmi senza qualcosa da leggere. Prediligo la saggistica di tutti i generi e libri sulla montagna, l'alpinismo e l'arrampicata.
Che consigli ti sentiresti di dare a giovani che volessero aprire una casa editrice?
Istintivamente direi loro di scegliere un altro mestiere… Il mio è un lavoro che sta subendo profonde trasformazioni. Chi volesse diventare editore dovrebbe capire molto bene cosa e come è diventata la comunicazione al giorno d’oggi, rendendosi così conto che l’editoria tradizionale e “romantica” ha le ore contate e che per arrivare al cliente finale ci sono nuove strade da percorrere. Se posso fare un esempio la trasformazione dell’editoria è molto simile a ciò che succede con le future auto senza guidatore: la meta del viaggio sarà sempre la stessa ma il modo e l’esperienza del viaggio stesso cambierà totalmente, e naturalmente questo cambiamento porterà ad una completa rivoluzione delle competenze che gravitano nel mondo delle auto (e dell’editoria).
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