Papà Gambalunga di Jean Webster, edito da Caravaggio Editore

Jerusha Abbott è un'orfana cresciuta nell'Istituto John Grier e che avrebbe dovuto lasciarlo a 16 anni. Al momento in cui inizia Papà Gambalunga Judy, così preferisce essere chiamata, si trova ancora lì: frequenta la scuola superiore del paese ed aiuta nella gestione dell'orfanotrofio. Sebbene la sua vita non sia semplice e felice, Judy non ha perso la sua freschezza e la sua ironia, evidente nel componimento Un deprimente mercoledì, che descrive uno spaccato di vita nell'istituto e che cambierà completamente la vita della sua protagonista. Uno dei benefattori dell'istituto, leggendo il componimento, vedrà in lei una futura scrittrice e deciderà di fare di tutto per permetterle di frequentare il college. Volendo restare anonimo, porrà come unica condizione che Judy gli scriva una volta al mese dei suoi progressi.
Sebbene non ami il romanzo epistolare, Papà Gambalunga fa un'eccezione. Le lettere scritte da Judy al suo benefattore, che chiamerà Papà Gambalunga dopo aver visto la sua ombra lunga e snella, sono scritte in modo ironico, intelligente e con una tale quantità di descrizioni che nel leggere le lettere le une dopo le altre si ha la sensazione di leggere un romanzo tradizionale.
Il curatore, Enrico De Luca, e la Caravaggio Editore ci offrono un romanzo che si attiene all'originale, senza nessun taglio o adattamento, riprendendone anche la veste grafica e i disegni originali che impreziosiscono la copertina e l'interno del romanzo. Vi consiglio di leggerlo? Senza alcun dubbio.



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