La lettera d'amore di Cathleen Schine, edito da Adelphi

Una lettera d'amore può cambiare più vite, non solo quelle del mittente e del destinatario, ma anche di chi si dovesse trovare a leggerla inavvertitamente. Questo è quello che succederà ad Helen, una libraia che dopo il divorzio ha deciso di ritornare a vivere a Pequot, cittadina del New England, insieme alla figlia e aprire lì una propria libreria. Un giorno, leggendo la posta che le è arrivata, scoprirà una lettera d'amore scritta da Montone a Capra. Convinta che la lettera sia stata scritta per lei, non solo la custodirà come un tesoro, ma inizierà a guardarsi intorno, cercando di scoprire chi l'ha scritta, vagliando la variegata popolazione di Pequot.
Helen è il protagonista di cui non vorreste mai leggere e se, come è scritto nel romanzo, "la prima volta che si vedeva Helen […] era quasi un'esperienza fisica, come quando si ha davanti qualcosa di tenero", a lungo andare nella lettura, la troverete irritante, piena di sé, saccente e supponente. Prenderà decisioni sconsiderate, pensando solo a se stessa. La cosa peggiore? In realtà Helen potremmo trovarla ovunque.
Al di là della figura di Helen, la lettura di questo romanzo è proceduta a piccoli passi, più per senso del dovere che per piacere. Alcuni capitoli potrebbero essere saltati a piè pari senza che venga tolto nulla alla narrazione. Sono davvero delusa. Il primo capitolo era ricco di aspettative, carino, ironico ed invece tutto è diventato ripetitivo e noioso. Il finale, poi, sembrerà essere stato deciso per inserire un paio di colpi di scena in una narrazione altrimenti noiosa. E mi chiedo: come ha potuto Adelphi pubblicarlo?

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