Vita, disavventure e morte di un cavaliere solitario di Niccolini e Cortesi, edito da Becco Giallo

Non si può non essere d'accordo con Amintore Fanfani quando, nel 1986, parlando del caso Mattei affermò: "Forse l'abbattimento dell'aereo di Mattei è stato il primo gesto terroristico nel nostro paese, il primo atto della piaga che ci perseguita".
Un evidente atto terroristico la morte di Enrico Mattei, presidente dell'ENI, nell'ottobre del 1962 in quello che poteva sembrare ma che non era un incidente, ma che come tale è passato alla storia. Un uomo coraggioso Mattei, che ha cercato di cambiare le cose in un sistema che dalla sua morte è solo peggiorato, se possibile. Ma se cambiare le cose significa essere un novello Robin Hood, togliendo ai ricchi per dare ai poveri, allora la propria rovina è vicinissima.



Tutto è stato insabbiato, nell'immediato e negli anni successivi, e chi come il giornalista Mauro De Mauro o lo scrittore Pier Paolo Pasolini hanno cercato di riportare a galla la verità, hanno dovuto fare i conti con la morte. E forse davvero dove "la Giustizia non ce l'ha fatta, il cinema nemmeno, la letteratura neanche. Forse questa è una storia buona solo per i fumetti, ormai".
Un fumetto questo che, con i suoi bianchi e neri e con i disegni estremamente realistici, riesce a ricostruire perfettamente la vicenda. La casa editrice Becco Giallo e gli autori di questo fumetto, Niccolini e Mattei, hanno avuto il coraggio di riprendere un caso che, sebbene ormai non crei più scalpore, tocca la coscienza di ognuno di noi. Perché la verità non può restare nascosta per sempre e i colpevoli, sebbene morti, in un modo o in un altro devono avere quello che meritano.

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