Sul fondo sta Berlino di Sirio Lubreto, edito da CasaSirio Editore

Se decidi di fuggire da te stesso e dalla tua vita, che, parliamoci chiaro, ti fa ormai schifo, o se vuoi di darle una svolta che ti aiuti a sistemarti per sempre o sei alla caccia di vendetta e di un riscatto, il posto giusto dove recarsi forse è proprio Berlino. Una città dove così tante nazionalità e razze convivono e dove puoi passare inosservato, ma allo stesso tempo ti sarà facile trovare quel qualcuno che sembra nascondersi da te.
Una città, la capitale tedesca, che fa da sfondo alle vicende dei quattro protagonisti di questo romanzo, ma che è allo stesso tempo protagonista anche lei.
Un romanzo, questo di Lubreto, davvero singolare perché, come nella migliore tradizione del romanzo ottocentesco, intreccia le vicende di molteplici personaggi ma lo fa con tempi decisamente più veloci, con tematiche estremamente attuali ed un linguaggio che non potrebbe essere più moderno.
Vivrete le vicende di Felice, un manager in crisi di mezza età che ritorna dopo vent'anni nella città dove ha studiato, con la certezza che una persona che conosce possa aiutarlo a risolvere il caos che si porta dentro e che ha lasciato nella sua vita a casa. Sergi, a cui preme raggiungere l'obiettivo che si è scelto e che potrà finalmente riuscirci grazie a quel vecchio amico che lo ha chiamato proprio nel momento giusto. Said, che spera di poter dimostrare che suo padre aveva torto, diventando pusher per necessità, ma che sarà capace di farsi dare la caccia da un branco di persone senza sapere se riuscirà a cavarsela. Nunzio che avrebbe voluto fare il salto di qualità come camorrista nella sua Napoli, ma si ritrova in esilio a Berlino, una città della quale non sopporta nulla, ma forse è giunto il momento del suo riscatto.
E se uno di loro si rende conto di aver bisogno "delle abitudini che ti anestetizzano, che soffocano anche il più lancinante dei dolori e il più irrequieto dei pensieri", tutti resteranno sospesi tra le aspettative e gli errori generati da altri errori, perché "per quanto fangoso ed impraticabile sia il presente, lo sguardo volto al futuro permette a chiunque di arrancare se trainato dalla speranza".