Per chi come me ama Napoli e la vive quotidianamente, Maria d'Avalos e Fabrizio Carafa non sono degli sconosciuti, ma due personaggi storici familiari a cui pensare ogni volta che passo a palazzo Sansevero. Ma Miranda Miranda con la sua scrittura magistrale, con la sua attenzione ai particolari e la capacità, non da tutti, di calarci nella Napoli del primo periodo vicereale, li farà conoscere ed amare anche a coloro che non sapevano nulla del loro tragico amore.
Erano ormai trascorsi quattro anni da quando Maria d'Avalos andava in sposa a Carlo Gesualdo, noto madrigalista e principe di Venosa. Un uomo, Gesualdo, diffidente, geloso, possessivo, con un animo malinconico che traspariva alla sua musica e con una spiccata propensione alla violenza che non riusciva a celare del tutto. Un matrimonio davvero triste; una vita, quella di Maria, che sembrava dover passare così, cercando di affrontare e superare la vita con suo marito. Ma l'incontro con Fabrizio Carafa cambierà le carte in tavola: il loro amore e la loro passione saranno più grandi di qualsiasi cosa, anche della discrezione, dell'onore e della vita stessa.
Se spesso Carlo Gesualdo viene mostrato come un marito geloso e ferito, che agisce solo per amore, Miranda ce lo mostrerà, soprattutto attraverso gli occhi del figlio, come l'uomo crudele che è stato.
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