Il caso di Léon Sadorski di Romain Slocombe, edito da Fazi editore

Léon Sadorski, ispettore di polizia nella Parigi occupata dai nazisti, è un uomo che ben rappresenta l'epoca nella quale vive. Odio, rancore e paura spingono le persone a cacciare fuori la parte peggiore di sé, consce che in un'epoca di terrorismo psicologico come quello che operano i tedeschi sulle popolazioni assoggettate, è forse l'unico modo per sopravvivere. Sadorski è un uomo egoista e meschino, che si veste con i panni del salvatore della patria, ma che in realtà è consapevole di poter lasciare libero sfogo alle sue perversioni nel periodo incerto dell'Occupazione, usando gli ebrei per dare libero sfogo alle sue bassezze.
Allo stesso tempo, però, Sadorski è anche un codardo e quando sarà arrestato dalla Gestapo e condotto a Berlino, il panico lo bloccherà, ma ben presto si renderà conto che per poter sopravvivere dovrà giocare d'astuzia.
Romain Slocombe, in questo thriller storico, ci cala completamente prima nella Parigi e poi nella Berlino del 1942. Con il suo linguaggio crudo ed estremamente realistico non lascia nulla all'immaginazione, ma riesce a renderci partecipi della crudeltà di quell'epoca. Seguiremo le vicende dell'ispettore Sadorski, un protagonista che, vi assicuro, odierete per tutto il tempo, ma verso il quale proverete anche tanta pena, perché mai nella vita vorrete trovarvi nei suoi panni.
Pensate che questo romanzo possa essere troppo crudo per voi? Leggetelo. Abbiamo tutti bisogno di rispolverare episodi della Storia che vorremmo cancellare. Perché se Liliana Segre, ebrea sopravvissuta ad un campo di concentramento, ha bisogno di una scorta nell'Italia del 2019, significa che leggere libri del genere non basta mai.