Chiacchierando con Giulia Ciarapica

 Giulia Ciarapica, classe 1989, è una giovane e talentuosa scrittrice italiana, in questo momento in giro per il nostro Paese per le presentazioni del romanzo Chi dà luce rischia il buio, uscito da poco per l’editore Rizzoli, e che dovrebbe far parte di una trilogia con il primo romanzo dell’autrice, Una volta è abbastanza, uscito sempre per Rizzoli nel 2019. Laureatasi in Filologia moderna presso l’Università degli Studi di Macerata, insegna critica letteraria alla Scuola Passaggi e scrive sul “Foglio”. Tutti noi la conosciamo non solo in veste di scrittrice e giornalista, ma anche per il suo impegno sui social per diffondere l’amore per la lettura e la letteratura. Ma quando lo fa, soprattutto quando gira i video, è spesso in compagnia…

1. Chi ti segue sui social ha la possibilità di entrare nel tuo salotto strabordante di libri e scoprire che condividi la tua passione con la tua mamma. Quanto ha influenzato il tuo rapporto con la lettura e la letteratura? Quali esempi ti ha dato in tal senso quando eri piccola?

Bellissima domanda, per la quale ti ringrazio molto. Mia madre è il mio punto di partenza e forse anche quello di arrivo, nel senso che gran parte di ciò che sono oggi (per non dire tutto) lo devo sicuramente a lei. La sua influenza, parlando di lettura, è stata pressoché inevitabile, visto che la sua biblioteca era già molto nutrita, prima ancora che io iniziassi il mio percorso. Lei mi ha insegnato a trovare nei libri ciò di cui avevo più bisogno, e soprattutto ha tentato di dimostrarmi quanto il motore di tutto sia sempre la curiosità.





Giulia è una pioniera tra coloro che si sono resi conto che i social potevano essere un mezzo molto potente per poter trasmettere anche l’amore per la conoscenza.

2. Cosa ti ha spinto a parlare di libri sui social?

Dopo la laurea, sapevo che volevo lavorare con le parole ma avevo già capito che il metodo “tradizionale” non sarebbe stato alla mia portata. Non avevo un percorso da giornalista alle spalle, soltanto una laurea in Filologia moderna, e così pensai che sfruttare il mezzo della Rete fosse utile per iniziare a condividere una passione comune con altri lettori. Divertimento, spensieratezza ma anche allenamento: per me il blog – reale punto di partenza – è stato un trampolino di lancio e soprattutto uno strumento grazie al quale allenare la scrittura e imparare molte cose, anche dai miei stessi errori. Poi, certo, ci sono stati e ci sono anche i social, senza i quali oggi nessuno saprebbe che lavoro faccio o chi sono.

3. Hai pubblicato un saggio al riguardo nel 2018: Book blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché?. Ci sveli qualche segreto per essere un book blogger da seguire?

L’unico grande segreto, che non dovrebbe essere tale, è: attenzione alla qualità di ciò che si pubblica. Il parlare e lo scrivere di libri in Rete ha oggi una sua autorevolezza. Non è più soltanto un gioco, per qualcuno sta diventando un vero e proprio mestiere, le case editrici investono nei book influencer e dunque il primo scopo è quello di fare attenzione a ciò che si pubblica. Contenuti costanti ma non eccessivi (in termini numerici), di alto profilo ma senza rinunciare a una forma diretta e informale (quindi attenzione al linguaggio), attirare i giovani con ironia e leggerezza ma senza sacrificare il “livello” della comunicazione. Leggere con attenzione e prendersi il giusto tempo per analizzare il testo. Nulla di più, nulla di meno.

4. Quando hai iniziato a parlare di libri sui social, lo facevano in pochi. Adesso, invece, il numero di book blogger è aumentato notevolmente. Cosa ne pensi? Qualcuno tra queste persone potrebbe fare altro?

Nel mare magnum del Web le figure proliferano, e non parliamo soltanto di book influencer. Di sicuro, come in tutte le professioni, c’è chi lo fa in modo serio e professionale, e chi invece segue semplicemente un trend, una moda. Deve essere bravo il lettore a fare una selezione delle persone da seguire.

Come lei stessa ci sta raccontando, i social e il blog sono stati una sorta di palestra grazie alla quale si è allenata per diventare la scrittrice talentuosa che è, cresciuta tanto dal punto di vista lavorativo nel tempo trascorso tra la stesura del primo e del secondo romanzo.

5. I tuoi romanzi nascono dal desiderio di raccontare le tue Marche e la tua famiglia, mostrandoci così uno spaccato della vita dell’Italia tra gli anni ’40 e ’70. Come ha reagito la tua famiglia nello scoprire che sarebbe stata protagonista dei tuoi romanzi?

Abbastanza bene. Chi è ancora in vita si è sentito partecipe di un grande racconto corale, e questo ha fatto bene non solo alla mia famiglia ma anche alla comunità di Casette d’Ete. Non immaginavo potessero essere tutti così entusiasti, a dire il vero.




6. Quali tematiche ti piacerebbe affrontare nei tuoi prossimi romanzi?

Di sicuro il rapporto madre-figlia, ma non solo. Penso in generale al mistero della creazione e ai rapporti che ne conseguono. Poi, non ti nego che mi piacerebbe tornare anche alla forma del saggio…

Ma Giulia Ciarapica non è impegnata solo con la scrittura…

7. Ideatrice del progetto per le scuole Surfing on books e docente del corso Lettere al microscopio. Corso di critica letteraria per Scuola Passaggi, com'è Giulia Ciarapica come insegnate?

Che domanda! Forse non dovrei rispondere io ma lasciar parlare i ragazzi, tuttavia posso dirti che mi trovo molto a mio agio con loro e mi diverto tantissimo. Uno degli scopi principali del mio lavoro con le scuole infatti è proprio questo: dare modo ai giovani di capire quanto sia divertente la lettura, e come possa esserci utile non solo nel mondo del lavoro ma nelle relazioni con gli altri e con noi stessi. Poi, per quanto riguarda nello specifico i corsi per adulti, posso dire che insegnare critica letteraria – ad un altro livello, appunto, non rivolgendomi solo ai ragazzi – è qualcosa di talmente appassionante che a volte, me ne rendo conto, perdo la cognizione del tempo e inizio a fare voli pindarici incredibilmente “ingombranti”, diciamo così. Ma ho sempre ricevuto feedback positivi, quindi direi che sono abbastanza soddisfatta.

8. In questo momento sei impegnata con le presentazioni di Chi dà luce rischia il buio, tuo ultimo romanzo. Progetti per il futuro?

Moltissimi. Di sicuro continuare con “Il filo nascosto”, il gruppo di lettura ideato con le Scuderie del Quirinale. Altri libri, altrettanto sicuramente (ma non solo romanzi…). E poi vorrei dedicarmi ad una piattaforma per me ancora poco conosciuta, nonostante sia di tendenza ovunque: Tik Tok. Mi piacerebbe capirla meglio e utilizzarla al massimo per raccontare la storia della letteratura italiana del Novecento.

9. Ovviamente vogliamo conoscere il tuo libro preferito e l’autore che, a tuo avviso, bisogna leggere assolutamente.

Libro preferito, in assoluto, L’isola di Arturo di Elsa Morante, anche se il libro del cuore è Stoner di John Williams, un imprescindibile per chi ama la letteratura e ne fa una ragione di vita.

10. L’amore per i libri può diventare una fissazione e una dipendenza vera e propria, passando, così, dalla bibliofilia alla bibliomania. Che rapporto hai con l’oggetto libro?

Ossessionata, letteralmente ossessionata dall’oggetto libro. Non solo ne compro compulsivamente (molti più di quelli che riuscirò a leggere in una vita intera), ma ormai sono alla ricerca di edizioni con dedica, rari, antichi, prime edizioni, insomma, una “fissazione” bella e buona (e talvolta anche costosa!).




Non mi resta che ringraziare Giulia Ciarapica che, sebbene impegnata in giro per l’Italia per presentare il suo nuovo romanzo, è riuscita a trovare un po’ di tempo per rispondere alle mie domande. Non vedo l’ora di leggere il prossimo libro di Giulia e chissà forse potremmo ritrovarci a sfogliare un saggio che ci parlerà dei grandi classici.



1 commento:

  1. Intervista interessante e soprattutto stimolante. Stimola alla conoscenza dell'autrice e dei libri scritti ma anche letti.

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