Lucy M. Montgomery, nel 1910, fu invitata dal suo editore L. C. Page & Company a dedicarsi alla pubblicazione di un nuovo romanzo che prescindesse dai già famosi e acclamati Anne di Tetti Verdi e Anne di Avonlea.
La Montgomery si lasciò persuadere dal proprio editore, sebbene fosse convinta che il suo nuovo romanzo, Kilmeny del frutteto, molto diverso dai due romanzi dedicati ad Anne, non sarebbe piaciuto al suo pubblico di lettori.
Grazie alla casa editrice Caravaggio Editore e al traduttore nonché curatore di questo testo, Enrico De Luca, abbiamo la possibilità di leggere un romanzo che è fedele all’intento della scrittrice, grazie ad una traduzione accurata; allo stesso tempo anche la copertina riprende quella originale.
La protagonista di questo romanzo è Kilmeny, una dolce e bellissima ragazza che deve il suo nome ad una eroina scozzese presente nella raccolta di poesie epiche The Queen’s Wake del poeta scozzese James Hogg.
Non mi va di svelarvi troppo della trama, ma mi preme raccontarvi che Kilmeny, sebbene abbia vissuto sempre e solo a contatto con la propria famiglia, è una ragazza dolce e sensibile, che ha il grande dono di riuscire a parlare attraverso la musica del suo violino, sebbene sia impossibilitata a farlo con la voce. Una ragazza che ama la natura e che trascorre moltissimo tempo nel frutteto di famiglia.
Spesso, però, abbiamo bisogno di allargare i nostri orizzonti grazie al rapportarsi con persone nuove, diverse, che ci potranno aiutare a cambiare la nostra prospettiva di vita.
Kilmeny del frutteto è un romanzo dolce, ma allo stesso tempo triste, all’interno del quale la natura, ancora una volta nei romanzi della Montgomery, ha una grande importanza, come se fosse un altro personaggio della storia. Ma a differenza degli altri romanzi, la Montgomery punta la propria attenzione sulla componente psicologica. Cosa dire di più? Vi consiglio di leggerlo, cosicché ne potremo parlare in maniera più approfondita.
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