OLIVIER PÖTZSCH, LA FIGLIA DEL BOIA, NERI POZZA

 Siamo in Baviera nel 1659 e la pace e la tranquillità sembrano aver abbandonato questi luoghi: due bambini sono stati crudelmente uccisi;  un incendio ha quasi distrutto i magazzini di Schongau; qualcuno stava provando a rallentare la costruzione del lazzaretto. Tre episodi che potrebbero essere slegati l’uno dall’altro, ma il ritrovamento sui due bambini di un disegno che fa pensare al simbolo del Diavolo e l’avvistamento di una presenza oscura con una mano priva di pelle e muscoli, ma con le ossa bianche e splendenti, fa pensare ad una presenza demoniaca. Tutti si convincono che il Diavolo sia stato evocato da qualche strega che vive a Schongau.

I bambini che sono stati uccisi erano degli orfani che frequentavano la casa della levatrice, Martha Stechlin: chi se non una donna che maneggia erbe ed infusi può essere la strega?

La donna viene arrestata e accusata di stregoneria e affidata al boia locale, Jakob Kuisl che invece la ritiene innocente.

La figlia del boia è un romanzo storico eccezionale da tanti punti di vista ed è il primo di un ciclo narrativo. L’autore, Oliver Pötzsch, proviene da una dinastia di boia e conosce attraverso le testimonianze dei suoi familiari quanto fosse difficile essere un boia. Per secoli, quello del boia, è stato considerato non un lavoro ma un marchio, una maledizione, che spingeva le persone ad evitare chi portava addosso questo “marchio” e la sua famiglia. Nessuno si sarebbe mai imparentato con un boia o con uno dei suoi figli, a meno che non provenisse egli stesso da una famiglia di boia.

Jakob Kuisl, il boia di Schongau, è un uomo particolare, costretto dalle circostanze ad ereditare il lavoro del padre, ma è allo stesso tempo un appassionato di medicina ed un collezionista di libri scientifici. I suoi studi lo portano ad essere continuamente in contrasto col medico locale, Fronwieser, perché questi utilizza metodi “medioevali” non tenendo conto e non accettando la rivoluzione scientifica che investe l’Europa in quegli anni.

Kuisl ha un altro motivo per essere inviso alla popolazione di Schongau: sua figlia. In barba alle convinzioni dell’epoca sulle donne, ha cresciuto Magdalena rendendola forte ed indipendente, insegnandole a leggere e scrivere e i rudimenti della medicina. Ma se questo non bastasse a farla odiare dalle altre donne, Magdalena è bellissima e ha attirato le attenzioni del giovane Simon Fronwieser, figlio del medio e medico egli stesso. Simon è in lotta perennemente col padre perché frequenta la casa del boia, una casa che nessuno dovrebbe visitare; lo fa per l’amore che lo lega a Magdalena, ma anche perché è desideroso di scoprire i nuovi passi che la scienza e la medicina stanno percorrendo, grazie ai libri tenuti dal boia.

Mentre Kuisl è il vero eroe del romanzo perché è intelligente, ironico, scaltro, ma allo stesso tempo umano e gentile, il personaggio che appare, a mio avviso, sopra le righe ed un contrasto vivente è il giovane medico Simon. Un uomo intelligente e curioso, che non si fa fermare dalle convenzioni sociali né da limiti imposti dal mondo e dalla professione del padre. Vuole andare oltre, indagare l’ignoto e se questo lo porta a frequentare la casa di un “indesiderabile”, pazienza. Ha addirittura un’idea moderna dell’amore, amando una donna che non solo è socialmente di molto inferiore a lui, ma gli appare superiore per intelligenza, scaltrezza e addirittura per le sue conoscenze mediche. Quello che mi ha colpito è il suo essere perennemente tra le nuvole, a tal punto da versare il caffè ovunque ogni volta che lo beve. Eppure è capace di gesti di grande umanità.

Il Diavolo  ̶  di cui non conosceremo mai la vera identità  ̶  appare la personificazione di tutto il male di un’epoca di transizione come appare il Seicento, durante la quale prendono vita idee moderne che cozzano ancora con convinzioni medioevali. E il suo arto osseo è la dimostrazione di quanti passi avanti abbia fatto il sapere umano, ma di quanto possa essere usato male.

Tante sono le tematiche affrontate in questo romanzo ed io non vedo l’ora di leggere i capitoli successivi di questa storia.



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