La libraia che salvò i libri di Kerri Maher, edito da Garzanti

 Sylvia Beach ha poco più di vent’anni quando, alla fine del secondo decennio del Novecento, arriva dalla lontana America a Parigi. La donna è una grande lettrice ed è impegnata a lottare per il diritto al voto per le donne, ma è anche convinta di dover trovare un suo posto nel mondo per poter essere sé stessa senza doverlo spiegare ogni volta.

La madre di Sylvia le trasmette l’amore per Parigi e la spinge a realizzare i suoi sogni. E qui, in una delle città più progressiste e cosmopolita, coacervo di scrittori, filosofi, scienziati, intellettuali che vengono da tutto il mondo e in una Europa che sta cercando di rialzarsi dalle macerie della Grande Guerra, Sylvia apre la sua libreria, la Shakespeare & Company, un ritrovo per chi ama la letteratura anglosassone.

La Shakespeare & Company oggi meta turistica obbligatoria per tutti coloro che si recano a Parigi, resta in vita dal 1919 al 1941, quando, durante l’occupazione nazista della capitale francese, Sylvia Beach si vede costretta a chiudere.

Il romanzo di Kerri Maher, lungi dal voler essere una cronaca fedele del periodo prospero culturalmente della libreria, ci aiuta a capire perché ormai tutti conoscono la Shakespeare & Company. La Maher ci farà assistere alle visite in libreria di Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Thomas Eliot, Sylvia Plath, William Carlos Williams, ma anche molti altri che in questo momento mi sfuggono.

Un discorso a parte merita James Joyce che con il suo Ulisse diventa elemento complementare della libreria, a tal punto che la Beach si caricherà di tutti gli oneri e gli onori di una amicizia così particolare. 

James Joyce non era una persona facile da gestire e con la quale rapportarsi, estremamente egoista ed egocentrico e consapevole di essere un grande genio della letteratura mondiale.

Quando l’Ulisse di Joyce viene dichiarato negli Stati Uniti un’opera immorale e messa al bando, Sylvia Beach decide di pubblicare in Francia il capolavoro di Joyce non ancora completato con il marchio Shakespeare & Company.

La libraia dovrà indossare i panni dell’editore, dell’ufficio stampa, del tipografo e quasi sull’orlo di una crisi fisica e di nervi, riuscirà a pubblicare l’Ulisse il 2 febbraio 1922, in occasione del quarantesimo compleanno dello scrittore.

Il romanzo affronta anche altre tematiche importanti come l’omosessualità che veniva vissuta liberamente nella Parigi di inizio Novecento, quando si accettavano i gusti sessuali degli altri senza che questi dovessero essere annunciati a gran voce. Ma è il romanzo anche della fragilità che ognuno di noi nasconde dentro di sé, con le quali conviviamo e che cerchiamo di sconfiggere anche se può capitare che siano loro a sopraffare noi.




1 commento:

  1. Ottima recensione! Io l'ho trovato un libro completo in tanti aspetti. Un libro che sottolinea il libro, come veicolo di idee, come rimedio ai tormenti, come oasi di pace, come legame, come rivoluzione. E soprattutto celebra il libro di quel momento: l'Ulysses voto 9

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