In questo romanzo di Kathleen Grissom, pubblicato in Italia da Neri Pozza e tradotto da Chiara Brovelli, si avverte tutta la crudeltà, sebbene spesso celata con maestria, della schiavitù nelle piantagioni americane tra ‘700 e ‘800.
In una mattina dell’aprile del 1791 la piccola irlandese Lavinia McCarten viene condotta in Virginia, nella sua piantagione, dal capitano James Pyke. Il capitano aveva accettato di condurre oltre oceano la famiglia della bambina, che avrebbe saldato il debito con il proprio lavoro quando fosse sbarcata sulle coste americane. Ma quando i genitori di Lavinia muoiono prima di arrivare a destinazione, per rientrare delle spese, il capitano decide di vendere il fratellino di Lavinia e di portare con sé la bambina per farla lavorare nella cucina della piantagione.
Il cuore della piantagione corrisponde proprio con le sue cucine, nelle quali si vive in un mondo ideale, che non corrisponde a quello all’esterno di quelle mura, dove non ci sono differenze di razza o ceto, ma solo affetto e amore. Una famiglia di schiavi neri coopera e aiuta il capitano a portare avanti la piantagione, soprattutto durante le sue lunghe assenze; a loro sarà affidata la bambina bianca.
Ma anche nelle cucine non tutto è perfetto come invece appare! Belle, una schiava di diciotto anni, alla quale viene affidata l’ “istruzione” della piccola Lavinia, è in realtà la figlia del capitano, cresciuta in casa con lui fino a quando non è tornata a casa con Martha, la sua giovane sposa.
Non mi va di scendere troppo nei dettagli della trama perché il romanzo è ricco, con una trama nella quale non mancano le sorprese e i colpi di scena.
Mi va di sottolineare, però, che il romanzo è stato scritto dalla Grissom in maniera magistrale, tenendo il lettore incollato alle pagine. Nonostante sia un romanzo lungo e corposo non avrete cedimenti o pause derivate dalla noia durante la lettura. Ma non mancheranno momenti di riflessione su una pagina oscura, non solo della storia americana, ma di tutto l’Occidente.
Nessun commento:
Posta un commento
Apprezzo tantissimo il contributo dei miei lettori e li incoraggio sempre ad interagire.
Chiedo però di rispettare le seguenti norme:
- commenti senza fini commerciali;
- commenti pertinenti;
- senza pregiudizi e semplici da leggere;
- dai contenuti adatti a tutti