Marino Massimo De Caro, ex direttore della Biblioteca dei Girolamini di Napoli, è stato al centro della cronaca italiana per aver saccheggiato la biblioteca che dirigeva. Simone Berni, cacciatore di libri ed editore, ha pubblicato un prontuario per riconoscere i libri falsi o utile a falsificarli, dipende dal motivo che vi porta ad approcciarvi a questo testo. Il prontuario in questione è Dieci regole per falsificare i libri scelte da Marino Massimo De Caro e pubblicate da Berni nella sua etichetta editoriale èinaudito.
Se siete collezionisti o aspirate ad esserlo, le dieci regole individuate da De Caro sono davvero utili per evitare di incappare in un affare che potrebbe trasformarsi in buco nell'acqua.
Al di là delle regole ci sono dei punti focali intorno ai quali si muove questo testo e che dovrebbero essere dei punti fermi per ogni bibliofilo, i collezionisti ma anche i semplici lettori: il libro, sia esso raro o comune, nuovo o antico, è importante "perché è un portatore di idee"; inoltre, nel rapportarsi ai libri non bisogna mai avere certezze assolute, ma bisogna fare nostre le parole di De Caro, second il quale "il dubbio è veramente l'anticamera della conoscenza".
Questo prontuario, stampato in 150 copie numerate a mano delle quali 25 con custodia dedicata, contiene anche una prefazione polemica di Giuliano Ferrara. Per il giornalista è, appunto, inaudito che un delinquente, come definisce De Caro, possa avere l'ardire di dare delle vere e proprie istruzioni "per l'abuso". Alla fine del suo intervento, però, Ferrara si augura che "De Caro si fermi alle istruzioni qui presenti, e al loro carattere simbolicamente redentivo".
Un dubbio attanaglia anche me! Conosco Simone Berni e ho letto tutti i suoi libri e c'è qualcosa che mi induce a pensare che non tutte le regole presenti in questo testo siano state ideate da De Caro. La regola numero 1: "Per ogni libro, la sua carta"; l'ottava: "Mai essere troppo sicuri dell'autenticità di un libro" e la nona: "Se è troppo perfetto per essere vero, allora è falso" mi sembrano frutto della mente di Berni. Ma dovrà essere lui a svelarci se è solo l'editore di questo testo o se di suo c'è molto di più.
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